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Intervento su Parco regionale del Matese

FIDC CAMPANIA: FRA PARCHI E BALZELLI

Scritto da (federcaccia), giovedì 19 settembre 2013 16:48:07

Ultimo aggiornamento giovedì 19 settembre 2013 16:48:07

Chi siete? Cosa portate? Quanti siete? Dove andate? Un fiorino! Chi non ricorda una delle tante esilaranti scene di un film con Massimo Troisi e Roberto Benigni, quando hanno a che fare con un inflessibile quanto poco sveglio gabelliere?

A noi è venuta in mente quando abbiamo letto il Regolamento per l'introduzione e il trasporto di armi e di qualsiasi mezzo distruttivo e/o di cattura della fauna nel territorio del Parco Regionale del Matese. Emesso lo scorso 9 settembre, con questo atto l'Ente Parco stabilisce che per l'attraversamento del proprio territorio con una arma sportiva o da caccia trasportata ovviamente scarica e in custodia, è necessario avere oltre al regolare porto d'armi in corso di validità una specifica autorizzazione rilasciata dal Parco stesso. E fin qui, anche se molto ci sarebbe comunque da dire, diciamo che si rientra più o meno nell'alveo della normalità.

Quello che ci pare non sia per niente normale è che per rilasciare detta autorizzazione, per la quale oltretutto si prende ben 15 giorni di tempo, il Parco del Matese, unico al momento fra i fra i tanti - troppi - Parchi della Campania, almeno quelli che si sono dotati di un regolamento ad hoc, richiede il pagamento di una cifra a titolo di non meglio precisati "diritti per l'istruttoria tecnico amministrativa" pari a 20 euro per i residenti e 40 euro per i non residenti! Una discriminazione che si somma alla discriminazione insomma.

Per tornare al film da cui siamo partiti ci verrebbe da dire che "non ci resta che piangere". Con i piedi ben piantati nella realtà invece, e con la fondata preoccupazione che anche ad altri Enti Parco per dare una pur limitata boccata di ossigeno alle proprie casse in eterna difficoltà venisse la stessa idea, la Federcaccia Regionale della Campania ha intanto chiesto attraverso i suoi legali la messa in mora del provvedimento, riservandosi se entro 20 giorni non riceverà risposte soddisfacenti di ricorrere al Tar.

Perché la difesa dei diritti dei cittadini cacciatori non è un film, ma una cosa da prendere molto seriamente!

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